Bosco delle Sorti
L'antica Communa o Comunia (termine conservato nella voce dialettale Cmen-na), identificava una entita' territoriale (Bosco delle Sorti) con gestione pubblico-comunitario; le testimonianze di tale uso risalgono al secolo XIII quando il Boscum Communis comprendeva territori a mezzodi' della strada della Valle del Cervino, ad occidente dei Boschi di Mombaruzzo ed a settentrione del Rivo del Ghisone' ed altre località quali Boscum Odofredi, Boscum Anglesii, Tabulata de Castagnolis, Roca Caudroni oggi non localizzabili con sicurezza.
La testimonianza della presenza dell'area boschiva indivisa denominata 'Le Sorti' permane nella toponomastica attuale ed in particolare nel territorio del Comune di Bruno lungo il Rio Ghisone verso il confine con il Comune di Carentino. Nel Comune di Bruno il Bosco delle Sorti interessava, ancora nel XVIII secolo, ben 453 giornate (circa 153 ettari).
Lo sfruttamento delle risorse forestali, di cui e' preziosa testimonianza il 'Libro dei Convocati' per il sorteggio dei legnami attualmente a Torino, e' stato peraltro oggetto di contese in particolare tra le comunità di Bruno e di Mombaruzzo e quelle vicine, Cassine soprattutto con cui venne stipulato un accordo nel 1247, ma anche con quelle di Maranzana, Quaranti, Castelletto Molina, Fontanile. Tali contese ebbero termine nel 1599 quando una sentenza arbitrale stabili' i confini delle terre appartenenti a Mombaruzzo lungo la riva sinistra del Rio Cervino.
Nel catasto figurato del 1794 sono censiti importanti presenze di castagni coltivati ed una vasta foresta significativamente indicata 'luogo dei lupi'.
L’area racchiusa dal Bosco delle Sorti valorizza le risorse naturali, paesaggistiche e storico-culturali di un ampio territorio appenninico, situato tra i comuni di Alice Bel Colle, Cassine e Ricaldone (provincia di Alessandria), e di Bruno, Maranzana e Mombaruzzo (provincia di Asti).
La zona di salvaguardia, che ospita diversi boschetti prevalentemente di roverella è un SIR, ossia un sito di importanza regionale. Il motivo della tutela è dovuto al fatto che costituisce una della zone più settentrionali dell’areale mediterraneo oceanico di Erica arborea, una pianta utilizzata per fare scope e pipe.